Lettera a Liberazione
Caro
Direttore,
Sono
ormai due anni che noi lavoratori del trasporto pubblico locale scioperiamo per
l’ottenimento di un adeguamento salariale di 106 euro mensili, che altro non è
che l’inflazione programmata dal governo, che è la metà di quella rilevata
dall’Istat, la quale è un terzo di quella reale.
E’
una richiesta sacrosanta per adeguare i salari da fame del settore. Ha suscitato scalpore sapere che un conducente a Milano
guadagni 850 euro mensili. Togliete i soldi dell’affitto, delle spese, ecc.
rimane veramente poco per vivere. Da queste cifre è evidente il malessere
diffuso nella nostra categoria e non solo, che non potrà essere attenuato
dall’accordo raggiunto che prevede un aumento di 81 euro mensili, lorde e per
un parametro di inquadramento che la maggioranza dei dipendenti del settore non
raggiunge. Alla fine un conducente avrebbe comunque uno stipendio sotto ai 900
euro mensili…
Il
giudizio sull’accordo mi sembra chiaro: un bidone. Quello che non mi sembra
altrettanto chiaro è l’atteggiamento che dovremmo avere noi comunisti di fronte
all’ennesimo risultato della politica della concertazione sindacale. Su
Liberazione diversi compagni hanno giustamente preso posizione per un
referendum vincolante tra i lavoratori, ma questa posizione non mi pare
sufficiente. Gli autoferrotranviari, come qualsiasi altra categoria, non hanno
solo bisogno di un referendum; da lavoratore sento l’esigenza di avere un
sindacato con una direzione alternativa, da comunista chiedo al partito di
organizzare questa alternativa nel sindacato, di aprire
un bilancio sui limiti dell’attuale sinistra sindacale e dei sindacati di base
e soprattutto della perdita di radicamento del nostro partito nei luoghi di
lavoro. Non possiamo più limitarci a commentare le lotte dall’esterno, dobbiamo
ripartire a considerare la lotta di classe come perno centrale per la
costruzione di un grande partito comunista.
Lania
Fortunato – Atm Milano
Direttivo Provinciale Prc - Milano
Lettera pubblicata
ferrotranvieri
Direzione alternativa per il sindacato
Caro direttore,
sono ormai due anni che noi lavoratori del trasporto pubblico locale
scioperiamo per l'ottenimento di un adeguamento salariale di 106 euro mensili,
che altro non è che l'inflazione programmata dal governo, che è la metà di
quella rilevata dall'Istat, la quale è un terzo di quella reale. E' una
richiesta sacrosanta per adeguare i salari da fame del settore. Il giudizio
sull'accordo mi sembra chiaro: un bidone. Quello che non mi sembra altrettanto
chiaro è l'atteggiamento che dovremmo avere noi comunisti di fronte
all'ennesimo risultato della politica della concertazione sindacale. Su
"Liberazione" diversi compagni hanno giustamente preso posizione per
un referendum vincolante tra i lavoratori, ma questa posizione non mi pare
sufficiente. Gli autoferrotranvieri, come qualsiasi altra categoria, non hanno
solo bisogno di un referendum; da lavoratore sento l'esigenza di avere un
sindacato con una direzione alternativa, da comunista chiedo al partito di
organizzare questa alternativa nel sindacato.
Fortunato Lania
Sesto San Giovanni (Mi)